Thursday, November 4, 2010

Corriere della Sera
(Editorial di Giavazzi)
Giuseppe De Nicolao
(Docente Universitario) Ancora non pubblicato
UNIVERSITÀ E CATTIVA COSCIENZA

Un paese fuori corso

[Omissis]
Che nell'università ci siano troppi professori è un fatto. La responsabilità è di quei sindaci e presidenti di Provincia, di destra, di centro e di sinistra, che hanno ottenuto che si aprissero università ovunque, e che in ciascuna si avviassero corsi di triennio, biennio e dottorato.
[Omissis]
In luglio il Senato ha approvato la riforma dell'università. Non è una legge ideale, ma va dato atto al ministro Gelmini di aver fatto un importante passo avanti. La legge riconosce che i corsi devono essere ridotti, le università snellite, alcune chiuse.
[Omissis]

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FALSI MITI DELL'UNIVERSITA' ITALIANA
[Omissis]Per quanto non si possa che concordare con l'autore riguardo alla necessità impellente di rifinanziare immediatamente le università italiane, strangolate dai pesanti tagli finanziari degli ultimi anni, l'articolo contiene affermazioni che trovano poco o nessun riscontro nei fatti. Giavazzi loda il Ministro Gelmini per aver capito che i corsi di studi vanno ridotti e le università snellite o, in alcuni casi, chiuse. Infatti, l'autore dà per scontato che ci siano troppi professori universitari e, più in generale, una spesa universitaria fuori controllo a causa di un'eccessiva offerta didattica. Sebbene il dibattito pubblico sull'università dia spesso per scontate queste "verità", chiunque abbia a cuore il futuro dei giovani e dell'intero paese comprende la necessità di partire da un esame oggettivo della realtà, basato sui numeri, piuttosto che su impressioni soggettive. Il quadro più completo ed affidabile dei sistemi formativi nazionali è quello messo a nostra disposizione dall'OCSE, che pubblica le sue statistiche con cadenza annuale. Nel seguito, si farà riferimento al rapporto OCSE "Education at a Glance 2010", pubblicato lo scorso settembre, che fornisce i dati relativi al 2007. Se interroghiamo le statistiche dell'OCSE riguardo al numero di docenti, scopriamo che l'Italia è una delle nazioni con il più alto rapporto studenti/docenti (19,5 studenti per docente contro il 15.8 della media OCSE). Pertanto, non si può dire che in Italia ci siano troppi docenti: in rapporto al numero di studenti, su 29 nazioni considerate ci collochiamo al ventiseiesimo posto. A titolo di cronaca, solo Cile, Turchia e Slovenia hanno meno docenti di noi. L'OCSE fornisce anche i dati sulla spesa nazionale per formazione terziaria (universitaria e parauniversitaria). Rapportata al prodotto interno lordo, la spesa italiana si colloca al trentesimo posto. Questo dato contraddice il mito di una spesa universitaria esorbitante e fuori controllo. Per quanto riguarda la percentuale di popolazione tra i 25 e 34 anni che ha conseguito una formazione universitaria, l'Italia si colloca al trentesimo posto. Questo dato mette in evidenza la necessità e l'urgenza di investimenti che permettano di estendere l'offerta di formazione terziaria ad una platea più ampia di studenti. Lo scarso numero di laureati potrebbe far pensare ad una spesa pro capite relativamente elevata. In realtà, la spesa per studente, calcolata cumulativamente nel corso della sua carriera universitaria, ci vede al sedicesimo posto. Ancora una volta il mito di un'università che brucia abbondanti risorse non trova riscontro nella realtà. Giavazzi afferma anche che l'università italiana è quasi gratuita. Sempre secondo l'OCSE, l'Italia è sesta come entità di tasse universitarie e addirittura ultima come percentuale di studenti beneficiari di borse o prestiti per diritto allo studio, una situazione diametralmente opposta alla quasi gratuità. Si consideri, inoltre, che che il fondo integrativo statale per le borse di studio scenderà da 246 milioni nel 2009 a 13 milioni di Euro nel 2012, un taglio equivalente all'abolizione di 60.000 borse di studio sulle 150.000 erogate nel 2008/09. Risulta perciò evidente la situazione di gravissimo disagio in cui versano le famiglie meno abbienti che vogliano far frequentare l'università ai propri figli. Alla luce dei fatti, il confronto con le altre nazioni evidenzia che la vera e grave emergenza italiana è la drammatica carenza di investimenti in formazione universitaria. Per rimanere al passo con le altre nazioni, dovremmo aumentare il numero di giovani che ricevono una formazione universitaria, dedicando loro più risorse sia in termini di strutture che di personale. Al contrario, il piano di tagli finanziari e il blocco del turnover dei docenti porteranno ad una riduzione quantitativa e qualitativa dell'offerta formativa e dei servizi offerti agli studenti, ponendo le basi per un grave e sicuro declino culturale ed economico del nostro paese.


Strappo alla regola, o forse no: anziche' confrontare due testate giornalistiche, mettiamo a confronto due punti di vista (e siamo a pimbo!) su un tema caldo... almeno per me! ;-)

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